APA IN AIUTO DEI RIFUGIATI UCRAINI FUGGITI CON CANI E GATTI
DA BERGAMO ALLA POLONIA E RITORNO: APA GUIDERÀ GLI AIUTI AGLI ANIMALI DEI PROFUGHI UCRAINI
Przemyśl, Polonia. Avevamo già annunciato sui nostri social, all’inizio di questa settimana, la collaborazione e la partecipazione attiva di APA al convoglio in partenza da Bergamo domani 18 marzo, di soccorso, assistenza e trasbordo in Italia di alcuni nuclei familiari e singoli che portano con sé animali domestici.
APA metterà a disposizione tre automezzi attrezzati e specifici per il viaggio a lunga tratta e in sicurezza di animali (cani e gatti) e la presenza di un veterinario, il dottor Federico Sgorbati che si occuperà di effettuare la prima visita ai cani e gatti selezionati per il trasporto.
Con gli attivisti di APA e il dottor Sgorbati, anche il nostro Davide Acito che ha commentato così la nostra partecipazione a questa missione doppia, animalista e umanitaria: “Apa è nata per la difesa e la protezione degli animali più diseredati della terra, quelli trattati senza la minima accortezza, trucidati e poi consumati. Quello che sta succedendo in questi giorni alla popolazione ucraina non è dissimile da una qualsiasi altra trucidazione di esseri inermi per mano dell’uomo. Abbiamo deciso anche noi di portare il nostro contributo alle persone che stanno scappando dalle loro case e che non stanno abbandonando i loro compagni a 4 zampe, gli altri membri della loro famiglia. Porteremo cibo per cani e gatti, aiuteremo le famiglie a trasportare i loro animali perché si possano ricongiungere con loro subito dopo il viaggio. Apa sin dalla sua fondazione ha un motto fondante, ‘attivisti nel mondo’, e noi dove possiamo, preferiamo agire con i fatti e le azioni.”.
Grazie a una deroga del governo italiano alle prescrizioni comunitarie che per gli ingressi degli animali chiede l’ottemperanza di determinati requisiti, quali vaccini e profilassi antirabbica, gli animali di affezione provenienti dalla Polonia in ingresso nel nostro territorio, potranno svolgere la normale quarantena presso gli stessi nuclei familiari di appartenenza; questo eviterà un ulteriore stress agli animali, come alle persone stesse che potranno ricongiungersi subito con i loro cani e gatti.
Con APA, un nostro partner di lungo corso, Alimenta l’amore di Coop Lombardia che ha fornito una tonnellata di cibo per cani e gatti, cibo che verrà lasciato a Przemyśl, a disposizione delle altre persone con animali presenti nel centro di prima accoglienza di questa città a 15 km dal confine con l’Ucraina.
Partiremo insieme a Croce Rossa Bergamo Ovest, Leidaa Nazionale (Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente), Ambulanze Veterinarie Italia, Associazione EMDR Italia (psicoterapeuti), Alimenta l’Amore; con il sostegno di Comune di Bergamo, ATS (dip. sanità pubblica), Garante dei Diritti degli animali di Bergamo. Promotore: Comitato Animal Protection and Peace (APP).
Vi terremo aggiornati sull’andamento della missione attraverso i nostri social e quelli di Davide Acito.

APA CON BERTA MARIS PER LA PROTEZIONE DELLA BERTA MAGGIORE DI LINOSA
LINOSA, ISOLE PELAGIE. Nello scorso mese di gennaio Apa-Action Project Animal ha stretto una collaborazione con l’associazione BERTA MARIS con sede operativa a Linosa per la protezione delle specie di uccelli autoctoni, con particolare attenzione alla Berta maggiore, uccello simbolo dell’isola siciliana. Linosa infatti ospita la più grande colonia europea di berta maggiore (Calonectris diomedea), un uccello marino protetto che si riproduce nelle isole del Mediterraneo, ma da qui transitano anche molte altre specie di uccelli migratori, di cui molte sono rare o protette.
Un’isola molto importante per la biodiversità nel Mediterraneo perché la sua posizione centrale tra Africa ed Europa la rende strategica per la sosta degli uccelli migratori. Un gruppo di birdwatchers (MISC), assidui frequentatori dell’isola, riportano che in primavera sono circa 200 le specie aviarie che sostano a Linosa e circa 150 nei mesi autunnali.
L’isola è anche abitata dagli umani e come tale, ha subito l’invasione di mammiferi predatori introdotti dall’uomo. Tra questi, il gatto domestico (Felis catus) oggigiorno minaccia gli uccelli migratori, la sopravvivenza delle berte e di altre specie endemiche. Oltre alla predazione diretta, il consistente numero di gatti desta preoccupazioni igienico-sanitarie e, soprattutto, quelle relative al benessere dei gatti stessi.
L’associazione Berta Maris nasce nel 2017 per volontà di Giacomo dell’Omo, ornitologo e uno tra i maggiori esperti nell’ecologia e comportamento della berta maggiore e della biologa e ricercatrice Martina Cecchetti, la quale arriva a Linosa nel 2014 per studiare le colonie di gatti presenti sull’isola. Qui si accorge che i gatti hanno una crescita incontrollata che mette a dura prova sia gli altri animali selvatici del luogo, sia la loro stessa salute, giacché sull’isola non è presente un ambulatorio veterinario a cui la piccola comunità possa rivolgersi per i propri animali, sia perché le riproduzioni incontrollate fanno sì che molti gatti si inselvatichiscano, sfuggendo al controllo umano e quindi anche del loro stato di salute.
La Berta maggiore è un animale molto delicato, in quanto depone un unico uovo all’anno, di cui purtroppo i ratti vanno ghiotti, mentre i gatti predano i pulcini e qualche adulto; solo per completezza di informazione, dobbiamo dire che la principale causa di declino della popolazione di berta maggiore è la pesca accidentale.
La dottoressa Cecchetti comincia quindi da subito a cercare una soluzione per frenare i danni provocati dalle predazione dei gatti alle spese delle berte. Viene individuata una soluzione efficace, anche per il benessere dei gatti stessi, cioè la loro sterilizzazione. Sull’isola però non è presente un veterinario, ecco quindi che nel 2015 esorta la collaborazione dell’ASP di Palermo che ha giurisdizione sull’isola: si comincia a sterilizzare i gatti con l’aiuto dei loro veterinari.
Dall’inizio dell’operazione ‘Gatti di Linosa’, sono stati sterilizzati 262 sul un totale di circa 382 gatti sull’isola (dato di marzo 2021). Le sterilizzazioni purtroppo sono state un po’ discontinue, dipendendo dalla disponibilità dei veterinari dell’ASP di Palermo, determinando un incremento dei gatti sull’isola. Fino al mese di novembre dello scorso anno quando, con il provvidenziale aiuto del Dr Paolo Santanera, arrivato da Torino, si è provveduto a fare le sterilizzazioni.
Con l’aiuto economico di APA a favore dell’operazione ‘Gatti di Linosa’ – che la nostra associazione ha detratto dalla donazione di Alimenta l’Amore e di Coop Lombardia-, lo scorso febbraio si sono potuti sterilizzare ben 61 gatti in una settimana, sempre grazie al lavoro del veterinario Dr Paolo Santanera.
Nel mese di febbraio, oltre alle 61 sterilizzazioni di gatti, il dottore ha visitato 12 gatti che presentavano problemi di salute e ha operato 3 cani: una sterilizzazione e due asportazioni di un brutto tumore mammario.
Il progetto si snoderà per i prossimi due anni, con le sterilizzazioni programmate nei mesi di febbraio e ottobre, i due periodi dell’anno precedenti al calore dei gatti e una serie di altre attività, tra le quali anche quella, importantissima, di sensibilizzazione della popolazione locale verso il benessere degli animali, sia domestici che selvatici.
Apa è orgogliosa e onorate di poter collaborare alla conservazione di una specie marina così importante per la biodiversità di una delle nostre magnifiche isole dell’Arcipelago delle Pelagie.
TRAFFICO ILLEGALE DI CUCCIOLI: A NATALE AUMENTA
Sugli animali si consuma giornalmente ogni tipo di business spietato e irresponsabile: le vittime non possono denunciare e le leggi, quelle poche esistenti, sono troppo blande e inefficaci per ottenere una vera giustizia o un qualsiasi tipo di risarcimento minimamente equiparabile al danno o maltrattamento subito dall’animale.
Uno dei più odiosi e difficili da intercettare ed eliminare è sicuramente il traffico di cuccioli sedicenti ‘di razza’ provenienti dai Paesi dell’Europa dell’Est: Ungheria, Slovacchia, Ucraina, Polonia, Romania; sono anche gli allevatori italiani che si trasferiscono là, consapevoli di un mercato fiorente e molto interessante anche in Italia che non deve dimostrare nessuna serietà o affidabilità.
Altro momento clou di aumento dei traffici illegali di cuccioli di ‘simil-razza’, senza pedigree (non per un fatto di razza, ma di serietà di chi li ha allevati e venduti e quindi di sicurezza della salute dei cuccioli), si registra nelle settimane precedenti il Natale quando qualcuno ha la malaugurata idea di regalare cuccioli di cani o di gatti ai propri figli, parenti o amici. Scelta scellerata per due ordini di motivi: primo, un cane o un gatto non è un maglioncino che se non ti piace puoi cambiare in negozio o ‘rifilare’ a tua volta a qualcun’altro, secondo: ogni adozione di un essere vivente con specifiche esigenze etologiche che esige un impegno giornaliero di cure e attività, deve essere pensato, interiorizzato, preparato, in una parola, ‘consapevole‘! Non c’è altra maniere per fare entrare nella propria vita un essere vivente delicato come un cane – o altro animale – che presto dipenderà da noi in tutto e per tutto, soprattutto dal punto di vista affettivo. E’ una responsabilità troppo grossa che nessuno può arrogarsi il diritto di prendere sotto gamba.
Per questo, come APA, ci uniamo a tutte le altre associazioni, esperti e veri amanti degli animali che in questo periodo fanno di tutto per far comprendere a chi è meno attento e informato che cani, gatti, conigli, canarini, tartarughe (chi più ne ha più ne metta), non sono ‘oggetti’ e poiché non sono cose inanimate, non si possono considerare dei regali. Inoltre, foraggiare questi allevamenti clandestini che non si fanno scrupoli di staccare i cuccioli troppo presto dalle loro mamme, di farli viaggiare in modo del tutto inadeguato se non terribile, senza le giuste coperture mediche e con il giusto periodo per i vaccini, è l’altro gravissimo errore che non si dovrebbe commettere. Oltre al fatto che è già stato dimostrato in molti casi, che la mafia è spesso infiltrata in questi traffici, come in tutti quelli in cui c’è un alto margine di guadagno.
Inoltre, altro gravissimo effetto di questi acquisti superficiali risiede nel fatto che, comprare un cucciolo dai trafficanti disonesti, toglie la possibilità a un cane o un gatto in un rifugio di uscire da quel rifugio, toglie loro forse l’unica chance di avere un divano e un letto caldo e l’amore di una famiglia.
Pensateci bene prima di ‘comprare’ un essere vivente e invitate chi sta pensando di ‘regalare’ un animale a Natale di rifletterci parecchio prima di farlo. Anzi, fatelo desistere, se potete.
Perché la migliore buona azione che potrete fare a Natale è senza ombra di dubbio adottate dai rifugi, i rifugi sono pieni di perle e pietre preziose che aspettano solo di essere trovate e portati a casa.
Foto a corredo della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza durante azioni di sequestro e denuncia di traffici di cuccioli dall’Est Europa.

JACK, CANE DEL SOCCORSO ALPINO CHE SALVA LE PERSONE, AVVELENATO
Jack, cane del Soccorso Alpino e Speleologico in attivo nel Friuli Venezia Giulia, è stato avvelenato con un boccone contenente del lumachicida.
Un cane che salva vite a sciatori ed escursionisti è stato vigliaccamente avvelenato da mano ignota per motivi che è davvero difficile da comprendere.
Per salvare la vita all’australian kelpie arrivato in condizioni già disperate alla clinica San Marco di Veggiano, in provincia di Padova, è stato necessario intubarlo.
Il suo compagno umano sulle prime non aveva capito il motivo del malore, non poteva immaginare che Jack avesse ingerito del veleno, ma è stato pronto nel portarlo di corsa nella clinica che gli ha prestato immediatamente le cure necessarie.
Jack ha lottato tra la vita e la morte per giorni, i veterinari hanno fatto di tutto per salvargli la vita, lo avrebbero fatto per qualsiasi animale.
Ma Jack è un cane che collabora con gli uomini del Soccorso Alpino Speleologico, con capacità speciali e addestrato ad hoc per salvare la vita di sciatori che rimangono intrappolati sotto le valanghe o di escursionisti che si perdono nelle montagne. Non meritava certo questo trattamento.
Le ultime notizie dalla Clinica informano che Jack non è più attaccato alle macchine, respira autonomamente.
I nostri migliori auguri per una ripresa perfetta, caro Jack, e una raccomandazione: non ti fidare di nessun umano che non sia il tuo compagno, le persone sono spesso cattive e sadiche in modo del tutto gratuito.
Torna presto a correre felice, Jack!
Credit photo: da profilo del Soccorso Alpino

CANI COME FIGLI, AFFIDAMENTO CONGIUNTO AI SEPARATI
Era già successo in Italia nel 2020: per la prima volta un Giudice applicava le leggi dell’affidamento congiunto dei figli di separati a Caronte, un anziano bracco conteso da una coppia ‘scoppiata’. Il cane era stato adottato dalla coppia quando Caronte aveva già 8 anni e quando il cane raggiunge i 13 anni, i due decidono di lasciarsi, mentre Caronte rimane a casa di lei.
Lui cade presto in depressione perché la sua ex-compagna gli impedisce di vedere il cane. Così parte la denuncia e la causa, la legge decide per l’affidamento congiunto di Caronte e lei viene anche multata e costretta a pagare un risarcimento in denaro per i danni morali procurati al suo ex-compagno per avergli impedito di incontrare Caronte.
Di pochi giorni fa, ma a distanza di due anni, una sentenza molto simile è stata emessa per la prima volta in Spagna: un Giudice ha deciso per l’affidamento congiunto del loro cane ad una coppia di separati di Madrid, aprendo anche in questo caso, la possibilità di cambiare l’inquadramento giuridico dei cani (e degli altri animali domestici) quali esseri senzienti e non più come oggetti di proprietà.
La direzione, insomma, sia in Italia che in Spagna è quella verso il riconoscimento dei cani allo stesso livello di figli (che nessuno si scandalizzi, per carità) di cui i due ‘custodi e responsabili’ sono, non solo chiamati a rispondere del mantenimento in toto, ma anche soggetti aventi diritto di cura e affetto verso quell’animale, perché, come ha sentenziato il Giudice di Madrid: «l‘amore che si può avere verso il proprio animale domestico non esclude che l’animale possa ricevere affetto da entrambe le persone».
La sentenza ha deciso, all’atto pratico che Panda trascorrerà un mese da un compagno umano e quello successivo, dall’altro, mentre le spese veterinarie e altre spese del cane, proprio come succede nei casi di affidamento condiviso di un bambino, verranno suddivise tra i due ex partner.
Una sentenza che, come detto, non solo apre alla possibilità di cambiamento di classificazione degli animali da affezione, ma rappresenta anche un passo importante verso il riconoscimento del legale affettivo tra persone e i propri pet che, in sede legale, dovrebbe essere riconosciuto e quindi difeso e preservato.
Altra novità importante di questa sentenza spagnola è il fatto che l’avvocato dell’uomo è ricorso alla Convenzione europea del 1987, ratificata in Spagna nel 2017, per la protezione degli animali da compagnia come argomento per difendere i diritti del suo cliente nei confronti del cane.
«La novità è poter utilizzare la convenzione per evitare di dover definire l’animale domestico come una cosa o una proprietà condivisa e concentrarsi invece sul benessere dell’animale, sul legame affettivo e sulla responsabilità condivisa di prendersi cura di un animale, al di là del l’animale domestico è considerato una proprietà» ha dichiarato l’avvocatessa della controparte. «C’è un legame emotivo che il sistema giudiziario deve riconoscere», ha concluso l’avvocatessa Lola Garcìa.
Credit photo: Anna Shvets

20 cuccioli di beagle arrivati in Italia per la sperimentazione animale
In questi giorni, molti giornali titolano così numerosi articoli:
A Verona sono arrivati 20 cuccioli di Beagle da usare come cavie per la sperimentazione animale…Sembra di leggere una notizia di un tempo remoto, buio, retrogrado e per fortuna superato. Poi leggi la data di pubblicazione, ‘settembre 2021’ e ti viene il capogiro.
E ti chiedi: davvero nel 2021, nel terzo millennio, dopo che l’uomo ha già messo piede sulla Luna (abbiamo perso il conto), su Marte e i più facoltosi imprenditori della Terra si fanno sparare ogni settimana nei loro missili fallici contro lo spazio, davvero la medicina ha bisogno di imprigionare degli animali per tutta la loro esistenza dentro gabbie, all’interno di stabulari freddi e grigi, per sperimentare su di essi qualsiasi cosa? Dai cosmetici, agli integratori, ai farmaci, al cibo, agli impianti dentali…alle sigarette?
Davvero la scienza ha ancora bisogno di metodi che la maggior parte delle persone comuni, pensatori di ogni epoca e nazione, filosofi e opinion leader reputano immorali ed eticamente riprovevoli? Soprattutto alla luce di una parte sempre più pressante di scienziati che indicano nei metodi alternativi, strumenti più efficaci e predittivi?
Non si capisce allora perché venti cuccioli di Beagle di 4 mesi abbiano raggiunto l’azienda farmaceutica tedesca Aptuit nella sua sede di Verona lo scorso 8 settembre e da dove, dopo una vita di torture indicibile, usciranno molto presumibilmente morti. Tra l’altro il laboratorio di Aptuit è rinomato per la velocità di esecuzione dei suoi test, ciò che significa per i 20 cuccioli maggiori sofferenze e una vita breve fatta solo di torture e isolamento.
Sono tante le associazioni animaliste che a livello locale hanno già protestato davanti ai cancelli della Aptuit e hanno sfilato nelle vie cittadine della città scaligera per manifestare il loro dissenso che ormai rispecchia anche quello della maggior parte della popolazione, dato che un recente sondaggio ha indicato che ben l’84% è contrario alla sperimentazione e appoggia i metodi alternativi, peraltro anche più efficaci (rapporto Italia Eurispes del 2016).
Il dubbio che persiste è che la vivisezione perduri per mere questioni di interesse economico considerato che questi laboratori ricevono ingenti somme di denaro, sia da enti pubblici che da privati, per torturare le cavie nei laboratori. Infatti i cani destinati alla sperimentazione sono sì numerosi (si calcola che la sperimentazioni ne impieghi oltre 600 all’anno), ma a livello globale, si parla di centinaia di migliaia di individui senzienti tra ‘cavalli, ratti, topi, mucche, maiali, pecore, piccioni, furetti, rettili, pesci, uccelli, provenienti da allevamenti o catturati in natura, come il 56% dei primati: in Italia sono quasi 700 mila gli animali usati in laboratorio, oltre 12 milioni nell’Unione Europea‘ (fonte LAV).
Al momento Laura Bocchi, consigliera comunale a Verona, con delega per la tutela degli animali, già attrice fondamentale per la liberazione dei tre macachi usciti dall’Università di Verona (stabulario) lo scorso giugno, grazie all’interpellazione del senatore Filippo Maturi, ha inviato alla Aptuit una serie di quesiti che aspettano un riscontro e che vertono a verificare la regolarità della provenienza dei 20 cuccioli nei loro laboratori, le finalità stesse della loro permanenza e chiedono inoltre che una persona incaricata dal Comune faccia regolari sopralluoghi per verificare la detenzione e i trattamenti a cui verranno sottoposti i cuccioli.
Questo dal lato ‘politico’ della faccenda, il cui intervento di controllo guardiamo di buon occhio e con positività, ma che a noi interessa fino a un certo punto. Noi vogliamo che i cani escano al più presto dalle gabbie di quel luogo di sofferenza e torture e ci muoveremo in ogni modo perché ciò avvenga nel minor tempo possibile.
La vivisezione è una pratica che non ha più ragione di esistere nel terzo millennio e all’interno di società che vogliono dirsi ‘civili’, va relegata senza indugi in un tempo buio e arretrato a cui appartiene da sempre e dove vogliamo ricacciare definitivamente, una volta per tutte.
Perché é importante rispettare tutti gli animali, anche quelli 'non-carini'
Ci sono ricerche che affermano che l’uomo si è evoluto sviluppando diffidenza e senso di paura verso certi animali, mentre verso altre specie – grandi occhi, naso piccolo, guance paffute – siamo più inclini a considerarli ‘carini’ e quindi ad avvicinarli con più fiducia. Si spiega perché i bambini istintivamente schiacciano piccoli insetti, in particolar modo i ragni.
Sta a noi adulti spiegare ai nostri figli (o nipoti, o piccoli amici) che quegli insetti sono del tutto innocui e che meritano, per quanto non li troviamo aggraziati, di vivere ugualmente.
E’ dimostrato, anche, che i bambini a cui è insegnato il rispetto per insetti, pesci e invertebrati, avranno effetti positivi sul loro sviluppo e rispetteranno maggiormente il pianeta, fino a diventare degli ambientalisti.
Il tema della necessità di rispettare e proteggere anche gli animali che non rispecchiano i classici criteri del ‘carino’ e del ‘puccioso’, è sentito soprattutto da professionisti quali entomologi, biologi e naturalisti, tanto che due siti molto frequentati quali https://uglyanimalsoc.com/ (del biologo Simon Watt) e https://thebugchicks.com, (Kristie Reddick e Jessica Honaker entrambe entomologhe) insegnano ad adulti e a bambini, con sezioni dedicate, a immedesimarsi in queste creature; facendo leva sulle analogie e l’empatia, cercano di far crescere nei ragazzi non solo rispetto verso pesci un po’ freak e insetti stravaganti, ma magari anche la voglia di volerli studiare ed esaminare per poterli chissà, forse, un domani proteggerli.
I bambini già sanno, infatti, che leoni, tigri, elefanti, cetacei sono a rischio di estinzione, ma è importante insegnare loro, ad esempio, l’importanza fondamentale e la fragilità degli insetti impollinatori, perché ne va della nostra stessa sopravvivenza sulla terra.
Infatti, come afferma la Reddick: E solo perché un animale sembra incredibilmente diverso da noi non significa che non sia importante. In effetti, quelle differenze potrebbero rappresentare per noi anche solo un’opportunità di apprendimento.”.
Una strategia utilizzata dalla Bug Chicks per avvicinare i bambini alle categorie di animali non-tanto-carini, è infatti l’empatia: quindi una tela di ragno altri non è che la casa faticosamente costruita da un papà o una mamma per la sua famiglia.
Di modo che la prossima volta a quel bambino non verrà in mente, a cuor leggero, di distruggere la casa di quel ragno perché penserà che se capitasse a lui, non sarebbe una cosa tanto piacevole. Lo stesso discorso si potrà traslare ad altri insetti, quali formiche e scarafaggi…
L’interesse potrà poi estendersi fino a voler conoscere la storia evolutiva di questi animali ‘non bellissimi’, fino a scoprire – come suggerisce Watt nei suoi video – che la nasica ha quel naso per attrarre le femmine, e il pesce blob ha tutto quell’eccesso di pelle per poter sopravvivere alla pressione dell’acqua sotto i 1200 metri dove vive.
Insegnare ai bambini il rispetto di ‘tutte’ le creature sarà utile e interessante, e non solo per loro.
Mostra Human-Dog inaugurata a Milano e un grande riconoscimento per APA
Quando al lavoro di tutti i giorni si abbina l’impegno per aiutare le categorie di chi è più svantaggiato, si finisce per conoscere persone straordinarie.
E noi Silvia Amodio, fotografa e giornalista di fama internazionale, impegnata in tematiche sociali, ambientali e animaliste, l’abbiamo conosciuta proprio per il comune amore nei confronti degli animali.
Con il suo instancabile impegno, Silvia, da oltre 15 anni scatta fotografie di persone con il proprio animale d’affezione, non solo cani e gatti, ma anche conigli, galline, furetti e tartarughe. Lo scopo è quello di raccontare tutte le sfumature della relazione tra uomo e animale.
Dal 2014 è l’anima della campagna Alimenta l’Amore che consiste in una raccolta permanente di cibo per cani e gatti presso numerosi punti vendita della Lombardia e del circuito nazionale Brico-io. “Attraverso le Associazioni animaliste dei territori abbiamo distribuito oltre 2 milioni di pasti agli animali in difficoltà. Intorno al progetto ruotano anche altre iniziative di carattere culturale che promuovono una corretta relazione uomo-animale, come la collaborazione con Bruno Bozzetto. Da diversi anni il regista realizza un calendario a 4 mani con Silvia Amodio, il cui ricavato va in benficenza.
Ed è proprio il risultato di un’altra attività charity, la vendita delle shopper di Alimenta l’Amore con due foto dell’autrice, che ha portato a un risultato davvero importante, “sono stati raccolti oltre 40mila euro che abbiamo destinato ad Apa per contrastare il randagismo al sud Italia.” ha spiegato Andrea Pertegato, Responsabile della comunicazione Coop.
Silvia Amodio ha così motivato la donazione a favore di APA: “Sono veramente orgogliosa di essere stata parte attiva di questa donazione. Crediamo nell’impegno di Davide in favore degli animali e sono sicura che questo è solo il primo passo che ci porterà a fare un pezzo di strada insieme. Grazie ancora a Coop Lombardia per la fiducia che ripone nei miei progetti e a tutte le persone che ci sostengono. Invito i sostenitori di APA a seguirci sulla nostra pagina IG per essere sempre informati sulle nostre attività di raccolta cibo per i rifugi”.
L’altro progetto, sempre targato Alimenta l’Amore, quello che coinvolge direttamente i milanesi e i loro amici a 4 zampe, è stato appena inaugurato al Castello Sforzesco sabato scorso, 2 ottobre, quando anche noi insieme con il nostro fondatore, Davide Acito, eravamo presenti e parte del parterre dei relatori: la mostra Human-Dog, una carrellata di ritratti d’autore, a firma sempre di Silvia Amodio dove sfilavo le più svariate tipologie di pets, tutte molto interessanti, insieme alle rispettive famiglie, oppure con le ‘mamme’ o i ‘papà’ single. Di fatto, di anno in anno – come ha affermato la stessa Silvia Amodio -, il catalogo zooantropologico si arricchisce sempre di più, registrando i cambiamenti sociali legati alla convivenza con gli animali e al rapporto uomo-animale.
Presente al pomeriggio di inaugurazione anche Giovanna Mori, conservatore e responsabile del Castello Sforzesco di Milano, Paola Fossati, garante per la tutela animali del Comune di Milano, Alfredo De Bellis, vicepresidente Coop Lombardia, Irene Sofia, biologa, istruttrice cinofila, Marco Mazzoli, il celebre conduttore di Radio 105 , con sua moglie Stefania Pittalunga, in collegamento da Miami dove vivono con il loro cane Zak e due gattoni. Marco Mazzoli è anche ‘padrino’ della mostra, sua infatti la prefazione del catalogo in vendita presso l’edicola del Castello Sforzesco per tutta la durata della mostra, fino al 7 novembre. Anche questa raccolta è finalizzata alla raccolta di cibo per gli animali dei rifugi.
L’intervento di Davide Acito si è concentrato, invece, sulla presentazione della nuova missione di Apa che il cospicuo contributo di Coop Lombardia renderà possibile; la prima iniziativa su territorio nazionale della nostra associazione che Davide ha voluto annunciare al pubblico presente e alla stampa intervenuta proprio in questa occasione.
Dopo aver ripercorso velocemente le avventure rocambolesche della prima missione – in solitaria – di Davide in Cina per salvare il maggior numero di cani dalle slaughterhouse di Yulin e la successiva fondazione di APA, Davide ha raccontato di come, un paio di anni prima, insieme ai veterinari Giulia Principi e Domenico Tomei – rispettivamente vice-presidente e membro APA -, avessero deciso di trascorrere le loro vacanze al mare in Calabria, sterilizzando un branco di cani di cui avevano già messo in salvo una 60ina di cuccioli. Tornati nella stessa località l’anno seguente, Davide e i due veterinari hanno potuto constatato che il branco di cani era rimasto stabile, nessuna nascita indesiderata e il gruppo di cani rimasto tal quale.
Da quel primo esperimento, l’idea di avviare campagne di sterilizzazione nelle zone più ‘calde’ d’Italia dove il randagismo, endemico più o meno ovunque, rappresenta un vero e proprio pericolo sociale e un rischio sanitario. Come prima area di intervento è stata individuata quella del di Guidonia, tradizionalmente votata alla pastorizia e per questo con una forte presenza di cani pastore che però, non registrati e tantomeno sterilizzati, sono liberi di vagare nelle campagne e di accoppiarsi liberamente, tra di loro o con altri individui liberi. La prima missione APA in Italia avrà dunque i netti contorni di una impresa atta a contenere la riproduzione fuori controllo dei cani pastore, cani tipicamente territoriali e che, difendendo le greggi, sono portati ad essere tutt’altro che socievoli con eventuali ‘intrusi’.
La donazione di Coop Lombardia ci permette di essere realmente operativi e di agire sul territorio, per il bene non solo degli animali, ma dell’intera comunità: i cani saranno registrati e regolarmente microchippati, quindi faranno riferimento ad un proprietario che diventerà il responsabile, anche legale, dell’animale, così da responsabilizzare i pastori detentori di cani pastore. Questi verranno, infine, vaccinati e sterilizzati. Controllare le nascite di questi cani pastore, evitando anche quindi che si incrocino con elementi randagi, significa anche preservare l’integrità di una linea di sangue di cani specificatamente sviluppata ed inserita nelle maglie dell’economia locale e con queste profondamente intrecciati. Presto aggiornamenti circa le prime 120 sterilizzazioni!
Il 91% degli italiani: i cani sono membri della famiglia
Gli italiani se ne sono resi conto ancora di più durante il lockdown imposto dalla pandemia da Covid-19: amano i loro pets e li trattano come membri a tutti gli effetti della famiglia, riconoscendogli l’aiuto psicologico che hanno ricevuto dalla loro presenza.
E’ quanto emerso da un sondaggio recente voluto da Aisa (Associazione nazionale imprese salute animale) che ha voluto analizzare il rapporto che lega gli italiani a 60 milioni di animali domestici, tra cani e gatti e altri animali che abitano nelle nostre case.
E’ come dire che un italiano su due ha adottato un animale domestico. Secondo il sondaggio, il 67% lo ha scelto per compagnia, mentre il 73% sono quelli che posseggono un pet e non hanno figli. Sono lontani, per fortuna, i tempi in cui gli animali erano considerati soprattutto ‘macchine’ da lavoro; il loro ruolo nella nostra società sta cambiando, diventando sempre di più veri e propri membri delle nostre famiglie e questo secondo il 91% degli intervistati, una percentuale enorme di cui siamo felici.
Il cane è decisamente l’animale da compagnia più amato, per ben il 62% degli intervistati, mentre il 55% gli ha preferito un gatto. Preoccupante invece il dato che dice che il 27% ha acquistato pesci, volatili, roditori e animali esotici. Ancora in troppi finanziano, spesso senza volerlo, un business che procura tanta sofferenza a specie di animali – e la parola ‘esotici’ dovrebbe fare scattare un campanello d’allarme nel cervello – che mal si adattano a vivere in ambienti domestici e latitudini non consone, mentre chi li adotta non è mai sufficientemente preparato, se non per nulla, a rispondere alle esigenze basiche di questi animali.
“L’essere umano nasce con un forte desiderio di relazione con gli animali – ha dichiarato l’etologo Roberto Marchesini – basti pensare ai bambini. Gli animali compaiono nei fumetti, nelle fiabe, nei giocattoli e da adolescenti i supereroi hanno di nuovo caratteristiche animali come Batman o Spiderman. Tutto questo ci fa capire che l’essere umano è affascinato dal mondo animale e quindi forse in questo periodo semplicemente c’è un maggior interesse verso l’aspetto affettivo, forse ricerchiamo negli animali qualcosa che non abbiamo e che ci manca”. L’etologo lo ha dichiarato in occasione di una intervista all’agenzia stampa AdnKronos.
“Il nostro sondaggio e il confronto con gli esperti rivelano come gli animali domestici siano fondamentali per il nostro benessere, un benessere non solo psicologico – ha spiegato Arianna Bolla, presidente di Federchimica Aisa – sono un aiuto per affrontare la solitudine e un supporto alla socializzazione per più piccoli. Convivere oggi con un animale domestico significa quindi essere responsabile della sua salute, una salute che dobbiamo garantire facendo riferimento ai medici veterinari. Un animale sano equivale a un proprietario sano, è così che realizziamo concretamente il concetto di One Health-una sola salute”. DIchiarazione sempre lasciata alla stessa Agenzia stampa.
E’ importante, aggiungiamo noi, che questo amore sia autentico e sano, fatto di conoscenza dell’animale che si accoglie nelle nostre famiglie, conoscendo le sue esigenze e assicurandogli cure adeguate e sicure in caso di necessità. Sappiamo bene a cosa porta l’acquisto (ahinoi) di getto di animali che poi non si riescono a gestire e che vanno ad ingrossare le fila degli animali abbandonati nei canili e nei rifugi. Una relazione che dovrebbe durare tutta la vita, come tutte le vere storie d’amore.
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WET MARKET ITALIANI
Non lo sappiamo, o non ci pensiamo o non ci abbiamo riflettuto abbastanza. Ma anche in Italia si verificano situazioni del tutto simili ai wet market asiatici che tanto condanniamo e vorremmo chiusi per sempre.
Anche in Italia, soprattutto nei mesi estivi, migliaia di animali esotici e selvatici che mai in natura avrebbero potuto ritrovarsi a pochi centimetri gli uni dagli altri, nelle fiere e nelle mostre-mercato, vengono ammassati gli uni sugli altri, in spazi angusti, senza alcun controllo e per tutta la durata delle manifestazioni.
Nessuno o scarsissimo controllo sulla provenienza degli animali esotici che, catturati nelle aree geografiche di appartenenza (Asia, India o Africa), si ritrovano in gabbie piccolissime o in vaschette di plastica sigillate (!) appena sufficienti a contenerli, mentre nelle gabbie appena più grandi, altri animali mostrano tutti i segni dello stress e della sofferenza a cui sono sottoposti con movimenti stereotipati e forte nervosismo.
Dopo la vendita non va affatto meglio. In una situazione dove l’interesse e l’amore per gli animali maschera malamente un vero e proprio business senza alcun barlume di rispetto per gli animali oggetto di questo interesse malsano, gli animali – trasportati in buste di plastica come la spesa del supermercato – arrivano nelle case di persone del tutto ignare della etologia degli animali.
E così animali che dovrebbero vivere isolati, si possono ritrovare a dover condividere spazi ristretti con altri animali, mentre altre povere creature, che vivrebbero in gruppo, vengono confinati in una teca da sole per il resto della vita, ammesso possano vivere a lungo in una situazione contraria alla loro, essenziale, etologia.
A completare il quadro disastroso e deleterio, cibo improvvisato, ambienti non idonei, manipolazioni inopportune che portano, presto o tardi alla morte di migliaia di questi animali esotici o selvatici, comprati imprudentemente e che, una volta persi, verranno prontamente sostituiti con le prossime vittime, anche queste acquistate nel successivo mercato.
Ma vogliamo ricordare, se mai ce ne fosse bisogno, che non stiamo parlando di oggetti che, una volta rotti, si possono sostituire con modelli più moderni: si tratta di animali, di esseri viventi che non dovrebbero essere ‘oggetto’ di compravendita.
Attendiamo che il Governo italiano possa vietare questi mercati vergognosi, trattandosi anche questi, come i wet market asiatici, di pericolosissime occasioni di diffusione di virus e patologie che possono colpire anche l’uomo, come già successo, e non solo per il Covid-19.
Soprattutto sono luoghi di sofferenza per animali che non si possono costringere a fare i ‘pets’, gli animali da compagnia da un momento all’altro. Abbiamo ancora tanto da imparare da cani e gatti e sulle modalità migliori per rapportarci con loro, non lanciamoci in rapporti con animali esotici di cui non potremmo mai soddisfare le pur minime esigenze, trattandosi di animali che stanno bene solo in natura, nel loro ambiente di origine, a casa loro!
La regola è sempre la stessa: se lasciassimo in pace gli animali, ciò farebbe bene non solo a loro, ma all’umanità tutta.